Chi l’ha visto? Il social network Shaker scompare (con i suoi 20m $)

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La storia si potrebbe raccontare nei 308 tweet e 1969 follower   l’ultimo dei quali oltre 13 mesi fa.

AT Shaker, l’app per vivere attraverso il proprio profilo Facebook, all’interno di stanze/zone virtuali, è scomparsa nel nulla.  Chi l’ha vista?

Facciamo un passo indietro nel 2009 e a Tel Aviv, in Israele, dove un gruppo di 10 amici (di cui la metà parenti) crea la società Scene 53 con l’obiettivo di sviluppare un mondo virtuale, una via di mezzo tra SecondLife, The Sims e Turntable.ff.

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Quanti errori dietro al fallimento di Everpix, un’ottima APP per la gestione delle foto

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Se in un precedente articolo abbiamo parlato della fine di una brillante startup per mancanza di passione, questa volta spostiamo l’attenzione su un caso diametralmente opposto. L’esempio di Everpix, infatti, trabocca di passione.

Questa startup, nata a San Francisco nel 2011, sparirà definitivamente dal web il 15 dicembre 2013. E tutto ciò nonostante gli enormi sforzi fatti da Pierre-Oliver Latour, il suo ideatore, per tenerla in vita. Già, perché una volta finita l’abbondante somma iniziale di quasi 2 milioni di dollari versata dagli investitori (tra cui Index Ventures e 500 Startups), per evitare il collasso Latour ha tentato le uniche due soluzioni possibili: trovare altri finanziamenti o vendere. E ci ha provato. E riprovato. E riprovato ancora. Ma i suoi sforzi, purtroppo, non hanno dato frutti, quindi.. bye bye Everpix!

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Grandi investimenti, grandi idee, grande fallimento: Songbird

Songbird

Il 28 giugno 2013 è la data in cui ha definitivamente chiuso i battenti Songbird, una via di mezzo tra un lettore multimediale on line e un browser open source dedicato alla musica digitale.

La sua storia è iniziata nel 2007, quando i Pioneers of the Inevitable (nome già di per sé impegnativo, con il senno di poi…) crearono questa startup, che si proponeva di entrare in competizione con le altre grandi big del mercato della musica on line.

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Bruciare 5,5 milioni di $: Wantful, la startup per personalizzare i regali

Wantful

È di poco tempo fa la notizia della chiusura di Wantful: la startup americana creata nel 2011 dal designer e imprenditore John Poisson, che si proponeva l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il mondo dell’e-commerce e della regalistica.

Ma che ha finito la sua corsa ancora sconosciuta ai più.

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L’incredibile successo di Diana Nyad

Diana Nyad

Le avventure sportive hanno una forte similitudine con le storie di start up, sotto molti punti di vista. Successi, sforzi, gioie, dolori, sofferenza. Fortuna, sfortuna.

Abbiamo parlato delle avventure del grande Alex Bellini, oggi con piacere raccontiamo le gesta di Diana Nyad, un’atleta americana di 64 anni. Sì, esatto, 64 (sei quattro).

Cos’ha fatto di tanto speciale?

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Anche i tedeschi piangono: le startup già fallite nel 2013

In Germania falliscono startup

Berlino, Amburgo, Colonia… la Germania, la manna per gli startuppari europei?

No way, tutto il mondo è paese, non dimentichiamocelo. Mi viene da ridere quando sento chi si lamenta della nostra amata Italia come se fare business fuori dai nostri confini fosse la panacea contro gli insuccessi (e io aggiungo, contro i propri limiti).

Le startup falliscono dappertutto, la vicina Germania non è da meno.

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Il Pleo, quando l’innovazione è troppa, costosa e soprattutto non serve

Pleo il dinosauro robot

A guardarlo sembra un semplice giocattolo, un dinosauro giocattolo. Beh, è sicuramente un giocattolo. Ma perché ne parliamo su questo blog? Il realtà il Pleo è un robot ideato e progettato per imitare le movenze e l’aspetto di un cucciolo di Camarasauro di una settimana (mi raccomando, di una settimana!!). Continue reading