Il Pleo, quando l’innovazione è troppa, costosa e soprattutto non serve

Pleo il dinosauro robot

A guardarlo sembra un semplice giocattolo, un dinosauro giocattolo. Beh, è sicuramente un giocattolo. Ma perché ne parliamo su questo blog? Il realtà il Pleo è un robot ideato e progettato per imitare le movenze e l’aspetto di un cucciolo di Camarasauro di una settimana (mi raccomando, di una settimana!!). Fu creato da Caled Chung, il co-founder di Furby, simpatici pupazzetti che si muovono e fanno mille cose (la versione moderna si può gestire anche attraverso smartphone). Perché Chung scelse il Camarasauro? Per l’aspetto: la testa grossa, con un cranio relativamente ampio lo rendevano ideale per ospitare i sensori e i motori necessari per gestirne i movimenti. Secondo le istruzione del Pleo, ogni singolo pezzo può imparare dall’ambiente e dalle persone che lo circondano attraverso un sofisticato sistema di intelligenza artificiale, grazie alla quale sarebbe stato in grado di sviluppare una sua personale individualità (qui c’è veramente spazio per i discendendi di S. Freud). La presentazione del Pleo avvenne a Scottsdale (USA) nel febbraio 2006 anche se le spedizioni iniziarono solo quasi due anni dopo, nel dicembre 2007. Il prezzo di lancio?  349 US $. Un’enormità. Ma  i primi 2000 dinosauri andarono esauriti in pochi giorn e tra il 2007 e il  marzo  2009 (15-16 mesi) nel mondo si vendettero oltre 100 mila esemplari. Numeri veramente importanti. Piaceva veramente tanto. La mia socia in Wish Days, Cristina Pozzi, riuscì a farsene regalare uno e vi assicuro era molto divertente come giocattolo, anche per gli adulti. Nonostante le altissime vendite purtroppo la società produttrice, Ugobe, chiuse per bancarotta nel 2009 licenziando i propri dipendenti. L’8 giugno 2009 Jetta Company Limited, l’azienda che realizzava e assemblava il Pleo in Cina, acquisì i diritti per continuare a distribuire Pleo e i suoi accessori. Con il nome di Innvo Labs nel dicembre 2009, viene rilanciata una nuova versione di Pleo direttamente sul sito web al costo originale di 349$. Il nuovo Pleo ha una pelle più resistente, collo e coda costruiti con un differente meccanismo antiurto, e un caricabatterie in grado di ripristinare vecchie batterie non funzionanti. Ma non è più stata la stessa cosa. Ma perché la società produttrice di Pleo fallì? Quali errori commise? Ci sono lezioni da imparare (ovviamente si!). 1 – Over promises. Come per la storia del Segway. La società dichiarò che Pleo era in grado di adattarsi all’ambiente che lo circondava creando una sua individualità e personalità. Non era vero e da subito molti furono i clienti arrabbiati perché oltre a muoversi lentamente e ad emettere dei versi strani altro non faceva. 2 – Crisi economica. Sicuramente Pleo è una vittima della crisi. Si tratta di un gioco molto costoso e ricordiamoci la crisi mondiale del 2008, che rese anche a loro (malgrado le buone vendite) la vita impossibile nel ricorso al credito. 3 – Cash problems. Proprio la crisi portò all’impossibilità di finanziare la crescita. Cash is king. 4 – Incapacità a rinnovare il prodotto. La versione 2009 era uguale a quella del 2006. Piccole modifiche erano possibili solo a migliorie al software ma l’hardware non fu mai modificato e cambiato. 5 – Posizionamento di prezzo. Troppo elevato. Troppa tecnologia “non capita” dai consumatori. O che non serviva. Sorgono spontanee delle domande: sono stati fatti test sull’impatto che Pleo avrebbe avuto sui consumatori? E una price analysis? In generale sempre più percepisco che promettere troppo e non riuscire a mantenere le aspettative create è un errore strategico da evitare.

 

English version of this article here. Versione in inglese dell’articolo.

2 Comments

  1. Proprio recentemente mi è capitato di transitare per un magazzino di un negozio di un’importante catena di elettronica di consumo.
    Un povero Pleo giaceva impiccato ad uno scaffale…avrà forse cercato di azzannare un magazziniere?

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