La cultura del fare impresa come vero limite delle start-up italiane?

Leggo e sento spesso persone lamentarsi sulla difficoltà di fare impresa in Italia. Per non parlare di fare impresa “digitale”. Ma è tutto rosa e fiori all’estero? L’ America è il vero Eldorado? Da noi è così difficile?

Parto da una considerazione: un bravo imprenditore fa funzionare la sua impresa d’appertutto. Forse con risultati diversi. Ma la fa funzionare d’appertutto.

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WeSabe fallisce, ma Mint viene venduta per 170 milioni

wesabe home page

La storia di WeSabe.com è quella di una startup che non è mai arrivata agli onori della cronaca. Strettamente legata alla storia di successo di un’altra azienda operante nello stesso settore, Mint.com, l’avventura di Wesabe racconta di un’azienda che non è mai riuscita veramente a decollare.

govWorks.com: uno dei fallimenti più famosi negli States

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I primi anni Duemila hanno visto una quantità incredibile di società dot-com che per un motivo o per un altro sono fallite. Nel 2001 il famoso scoppio della bolla ha contribuito a fare un po’ di pulizia, riportando al centro dell’attenzione un reale modello di business e non una “speculazione” su prospettive inesistenti. Mi ricordo che in quegli anni lavoravo in Roland Berger, una società di consulenza direzionale, e andava di moda studiare dei manuali su come valutare le dot company. In alcuni casi si suggeriva proprio come metro di giudizio un multiplo sul valore potenziale di ogni utente iscritto al sito o addirittura su ogni utente potenziale che si sarebbe potuto registrare al sito.

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La storia di Napster e del suo programmatore, Shawn Fanning

Una startup, come ogni azienda, può fallire in momenti diversi della sua esistenza. In fase iniziale, come in fase più avanzata. Alcune di queste sono imprese di cui non si sente mai parlare, altre, invece, falliscono pur avendo rivoluzionato il web. La storia ne è piena.

Un esempio è Napster, talmente conosciuta che scrivere cosa facesse è quasi inutile. Interessante, invece, è andare a ripercorrere alcune tappe della sua storia e di quella del suo programmatore. Sono molti, infatti, a conoscere le vicende di Sean Parker, cofondatore della startup. Meno conosciuto è, invece, il programmatore che ha effettivamente dato vita a Napster: Shawn Fanning.

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Business failure after 5 yearsPercentuale di aziende ancora operative dopo 5 anni

Penso di non dire niente di nuovi dicendo che la mortalità delle nuove aziende, in qualunque settore, è molto alta.

Uno studio uscito a luglio 2013 su Statistc Brain, circa la percentuale di start up che operano ancora dopo x anni (attenzione, non solo nel mondo digitale) è la seguente:

–       nel primo anno fallisce il 25%

–       nel secondo anno fallisce il 36%

–       nel terzo anno fallisce il 44%

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WelcomeBenvenuti!

Dear All,

I am starting this blog with the goal of discussing about histories of startup which weren’t able to succedd in the market. I believe, as an entrepreneur, that these stories could be of a great interest for thos wishing to start up a business or are already entrepreneurs.

I will then try to share these interests with you, hope you will enjoy.

Of course I will welcome all contributions and suggestions.

Thanks, ciao

andrea

Cari tutti,  care tutte,

in questi ultimi anni ho letto centinaia e centinaia di storie di start up, in Italia e nel Mondo. Ho visto crescere sempre più l’attenzione verso questo fenomeno che di fatto è diventata quasi una moda.

Quando ho iniziato la mia di startup, nel 2006, non c’era purtroppo un know how così diffuso sulle tecnologie, sulle difficoltà, sulle best practices e via dicendo: credo che avrei fatto molti meno errori se ci fosse stato questa attenzione e questo movimento, nel mondo e in Italia.

La cosa bella oggi è che su qualunque argomento nel tema di “fare impresa” si possono trovare forum, blog, risposte, commenti.

Quello che ho notato mancare è il  fine più o meno lieto di queste iniziative. Si sa che la mortalità delle start up è molto alta. Entro i primi tre anni solo 1 su 10 raggiunge il break even e… le altre 9? Che fine fanno? Perché non ce l’hanno fatta? Cosa potrebbe essre stato fatto in modo diverso? Come la vedono i protagonisti?

Ecco, l’obiettivo di questo blog è proprio questo: raccontare la storia di chi non c’e l’ha fatta e capire quali lezioni si possono imparare. Non sarà una lezione di stile sul mio uso dell’italiano e i miei tentativi di descrivere le stesse cose in inglese, ma capire se quello che entusiasmo me puoi interessare anche voi.

Ogni contributo sarà il benvenuto!

Ciao e grazie per l’attenzione

andrea