i’m Watch: sarà durissima contro Pebble, Samsung e forse Apple

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Premessa importante: le opinioni che esprimo in questo blog sono il frutto di idee ed opinioni personali. Importante dirlo soprattutto quando inizio una nuova categoria, che ho chiamato “start up che (penso) falliranno”.

Ovviamente non è un augurio che faccio, anzi,  e la speranza è quella di essere smentito ma… questo è uno spazio in cui esprimo le mie opinioni e voglio farlo anche se farà venire dei mal di pancia a qualcuno.

Parliamo di smartwatch. Credo ormai sappiamo tutti cosa sono: computerini da polso che dialogano col proprio smartphone. Se ne parla ormai da un paio di anni e l’interesse è aumentato esponenzialmente qualche settimana fa con il lancio da parte di Samsung del primo loro modello, il Samsung Gear.

Ma già da qualche tempo una società italiana aveva iniziato la promozione di un loro prodotto: l’ i’m watch. Due giovani e brillanti imprenditori, Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini, che dovo altre esperienze imprenditoriali si uniscono e riescono a convincere Ennio Doris, gran capo di Mediolanum, ad investire nel loro progetto. Da qui la nascita di i’m S.p.a. nel Dicembre 2011con i due imprenditori al 25% ciascuno e la società H-Equity di Doris per l’altro 50%. La società è ben capitalizzata, con oltre 1 milione di capitale sociale e due sedi, in Italia e in California.

Partono con la produzione  dei loro primi modelli e da subito l’attenzione mediatica, in Italia e all’estero, è buona. Molti sono gli articoli ed interviste e in fase di prevendita l’interesse sempre altissimo. I due imprenditori dichiarano infatti che attraverso un modulo online che permette i preordini, abbiamo già venduto per oltre 10 M di euro (nel 2011).

Buono il livello tecnologico sviluppato, ma quando poi il prodotto (un po’ troppo lunghi rispetto ai primi comunicati stampa?)  esce dopo la presentazione al CES di Las Vegas  nel 2013 (ero presente) una review da stroncare le gambe esce da CNET: “A smartwatch that’s not quite intelligent enough”. L’articolo è di marzo 2013 e dichiara che a prezzi più bassi alcuni competitor offrono a “better smartwatch experience”, riferendosi sia a Pebble sia a Motorola Motoactv

In particolare Pebble, reso famoso da una campagna di raccolta fondi su Kickstarter eccezionale, ha la caratteristicha unica nel settore: quella di avere una tecnologia e-paper, di conseguenza anche la durata supera di gran lunga quella di uno smartphone.

Ma…. escludendo il prodotto di Motorola obiettivamente brutto, l’arrivo della concorrenza di Samsung potrebbe in linea teorica essere di supporto alle vendite anche di i’m Watch: più interesse mediatico verso il prodotto se non fosse che… le vendite di questi prodotti saranno ancora molto molto limitate, almeno finché Apple (o un altra società) non creerà un prodotto di design, anzi un orologio di design, che possa fungere anche da smartwatch.

Personalmente infatti il prodotto di i’m Watch, che ho visto e studiato dentro un negozio Mediaworld, mi piace, è divertente, il fatto che sia basato su Android è un plus ma…perché dovrei comprarlo?

I nerd sicuramente preferiscono far vedere il loro ultimo acquisto e quindi il “tirar fuori” il proprio telefono, la propria cover, è anche un elemento di “orgoglio” per parte del target potenzialmente interessato agli smartphone.

I non nerd… vogliono un orologio bello, non un computerino da polso. Perché non sono nerd.

Sono di conseguenza certo che le vendite siano al di sotto delle attese e credo se la società dei nostri due imprenditori italiani non riuscirà velocemente a ritagliarsi il proprio spazio e la propria clientela, puntanto su caratteristiche distintive da quelle che Samsung, Pebble, e un domani Apple possono apportare, la chiusura del loro progetto è inevitabile.

Domanda banale: meglio un bell’orologio con funzioni da smartphone o uno computer da polso?

Penso che tutti preferiscano un bell’orologio con funzioni da smartwatch. Sarà Apple il primo a capirlo?

4 Comments

  1. Hum, secondo me il problema da risolvere e’ che lo smartwatch non deve comunicare col telefono ( come base del funzionamento principale ) ma col corpo, se no a che serve tenerlo attaccato al corpo ?
    Dunque a questo punto mi ritengo d’ accordo nella tua analisi di target.
    P.S.: Nerd no ! Geek si ! :-)

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  2. L’orologio è un accessorio sinonimo di eleganza… immaginiamoci un uomo distinto col completo e un gear o un i’m watch al polso… Assolutamente d’accordo sull’analisi, c’è da lavorare ancora molto sul design di questi prodotti!

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  3. Ricordo quando uscirono i primi orologi della Casio con radio, sveglia, agenda, grossi come patacche, indossati solo da qualche povero deficiente e per lo più finivano nelle tasche dei collezionisti.
    I casio almeno avevano almeno un bel po di autonomia, questi durano neanche un giorno visto che hanno processori dual/quad core, 2GB di ram per non fare un benemerito cazzo tranne il fatto di farlo vedere agli altri magari all’ufficio postale mentre ti arriva un messaggio. Questa è la classica trovata per sfigati con le tasche bucate, ne venderanno un paio a qualche idiota, faranno quattro soldi e poi chiuderanno bottega. Amen.

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