Bebo: da una valutazione di quasi 1 miliardo di $ al fallimento in solo 3 anni

Bebo - Social network inglese

Bebo deve il suo nome a quattro parole: Blog early, blog often… Ecco, diciamo pure che l’unica cosa che è successa “often” a questa startup è stata essere venduta e ricomprata! Sarà Il troppo frequente cambio di dirigenza o, ancora una volta, la mancanza di originalità, in ogni caso anche Bebo si è visto costretto a presentare istanza di fallimento secondo il Chapter 11. Cosa è mai successo a questo social network che solo qualche anno fa contava 40 milioni di utenti? Scopriamolo insieme.

Bebo nasce in UK nel 2005 da un’idea dei coniugi Michael e Xochi Birch e, nei successivi tre anni, cresce diventando molto simile a Facebook. Il social inglese poteva, infatti, offrire agli utenti uno spazio apposito per lasciare messaggi e commenti ai propri amici, la possibilità di caricare un numero illimitato di foto, quella di inserire quiz e sondaggi e un box nel quale uploadare i propri video.

Bebo Social Home Page

“Stiamo provando a mettere insieme il modello di Facebook con i contenuti e la possibilità di self-expression offerta da MySpace” sosteneva Birch allora. Proprio per preservare la creatività degli utenti, Bebo aveva ideato anche la cosiddetta Whiteboard, una lavagna bianca sulla quale si poteva disegnare qualunque cosa. Peccato che, questa trovata, invece di dar voce al prossimo Leonardo, abbia ispirato un quantitativo di immagini che ricordavano più le pareti dei bagni pubblici che la Gioconda!

In ogni caso, i 40 milioni di utenti dei quali Bebo poteva vantarsi nel 2008 – era il social network più diffuso in tutta la Gran Bretagna – portarono AOL ad acquistarlo per l’incredibile cifra di 850 milioni di dollari.

Bebo

Da quel momento iniziò il suo declino che culminò nel 2010 con l’ulteriore vendita del social network a Criterion Capital Partners LLC per l’irrisoria cifra – se si pensa a quella spesa per la prima acquisizione – di 10 milioni di dollari. Una vendita che decretò la fine vera e propria di Bebo: al 2013 risale, infatti, l’istanza di fallimento secondo il Chapter 11.

È stato a questo punto che Michael Birch, impietosito dalla fine che aveva fatto la sua creatura, ha deciso di rilevarla per 1 milione di dollari. Lui e il suo team, Monkey Inferno, forti del successo di altre startup come BeerHunt, hanno annunciato l’intenzione di prendersi cura di Bebo, iniziando con la chiusura del vecchio sito e annunciando la rinascita, entro sei mesi, di una nuova versione del popolare social.

Nella speranza che Birch e Shaan Puri, nuovo CEO di Bebo, riescano a risollevarne le sorti, ecco alcuni dei motivi che lo hanno portato sull’orlo del fallimento.

Per prima cosa, è inutile dirlo, a dare il colpo di grazia a Bebo è stata la concorrenza spietata di un gigante come Facebook nato poco prima del concorrente inglese. È stato proprio a causa del social di Mark Zuckerberg, infatti, che Bebo non ha trovato spazio negli Stati Uniti. Basta pensare che a maggio 2010 Facebook aveva attirato ben 130 milioni di utenti, mentre Bebo solo 5 milioni. La differenza tra i due social? Facebook era stato in grado di innovarsi e di proporre funzionalità sempre nuove in grado di attirare gli user, Bebo, invece, era rimasto fermo ed immobile, incapace di aggiornarsi e di proporre novità che avrebbero potuto intrigare il pubblico web.

Diretta conseguenza di ciò è stato il progressivo abbandono del social network da parte dei vari proprietari. Se già AOL sosteneva di non “essere nella posizione di supportare ulteriormente Bebo con altri fondi”, è stato Adam Levin, CEO ai tempi della Criterion Capital Partners LLC a disinteressarsene quasi completamente. Nell’aprile del 2012 è stata addirittura intentata una causa nei suoi confronti da parte degli azionisti più piccoli, per aver letteralmente distrutto il sito.

A questo aggiungete la difficoltà nel predire le preferenze di un pubblico mutevole e capriccioso come quello del Web e capirete in che guaio si era cacciato Bebo.

Aspettando con ansia la nuova versione del social network, auguriamo buona fortuna a Shaan Puri che, a quanto pare, si è reso conto di aver intrapreso una strada in salita e spera di riuscire ad arrivarne in fondo grazie ad un ritorno alle origini. “Siamo risaliti alle radici di Bebo – ha recentemente affermato – e a ciò che più rappresenta: creatività, self-expression, coraggio e divertimento. Vi faremo riscoprire tutti questi valori”.

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