Quanti errori dietro al fallimento di Everpix, un’ottima APP per la gestione delle foto

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Se in un precedente articolo abbiamo parlato della fine di una brillante startup per mancanza di passione, questa volta spostiamo l’attenzione su un caso diametralmente opposto. L’esempio di Everpix, infatti, trabocca di passione.

Questa startup, nata a San Francisco nel 2011, sparirà definitivamente dal web il 15 dicembre 2013. E tutto ciò nonostante gli enormi sforzi fatti da Pierre-Oliver Latour, il suo ideatore, per tenerla in vita. Già, perché una volta finita l’abbondante somma iniziale di quasi 2 milioni di dollari versata dagli investitori (tra cui Index Ventures e 500 Startups), per evitare il collasso Latour ha tentato le uniche due soluzioni possibili: trovare altri finanziamenti o vendere. E ci ha provato. E riprovato. E riprovato ancora. Ma i suoi sforzi, purtroppo, non hanno dato frutti, quindi.. bye bye Everpix!

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Catch Notes chiude. E i 9M di $ di finanziamento?

Catch notes app

Catch Notes, la popolare app competitor di Evernote, pensata e creata per prendere appunti, ha chiuso definitivamente i battenti il 30 agosto 2013.

Dire che l’improvvisa scomparsa di questa app abbia stupito i fan è davvero poco. La notizia della sua chiusura, infatti, ha fatto esplodere un’enorme e generale “What the hell!”

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Grandi investimenti, grandi idee, grande fallimento: Songbird

Songbird

Il 28 giugno 2013 è la data in cui ha definitivamente chiuso i battenti Songbird, una via di mezzo tra un lettore multimediale on line e un browser open source dedicato alla musica digitale.

La sua storia è iniziata nel 2007, quando i Pioneers of the Inevitable (nome già di per sé impegnativo, con il senno di poi…) crearono questa startup, che si proponeva di entrare in competizione con le altre grandi big del mercato della musica on line.

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Bruciare 5,5 milioni di $: Wantful, la startup per personalizzare i regali

Wantful

È di poco tempo fa la notizia della chiusura di Wantful: la startup americana creata nel 2011 dal designer e imprenditore John Poisson, che si proponeva l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il mondo dell’e-commerce e della regalistica.

Ma che ha finito la sua corsa ancora sconosciuta ai più.

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Fare una start up deve essere come fare un’impresa!

Impresa

Negli ultimi tempi all’interno dell’incubatore che abbiamo lanciato dentro Wish Days abbiamo ricevuto almeno 100 candidature di ragazzi che “hanno l’idea” e cercano finanziatori.  E’ proprio da questa crescente richiesta e dall’interesse sempre più forte che abbiamo ed ho su questo mondo che nasce il blog.

Perché non esiste nessuno, in Italia e nel mondo, che racconti i casi delle aziende che non ce l’hanno fatta o che sono fallite, nonostante gli ottimi propositi e malgrado eventuali finanziamenti ricevuti. E i grandi insegnamenti che queste storie portano con sè.

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Facebook fallirà entro tre anni

Mark Zuckerberg , Facebook

Facebook fallirà entro tre anni.

Premessa: so già che questo articolo farà discutere. Lo so, ma  sono tuttavia convinto di quanto ho appena scritto.

Perché se il social network più famoso al mondo non cambia in modo drastico, fra tre anni, massimo cinque, non esisterà più o non sarà più come ce lo ricordiamo.

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L’arte ha salvato dal fallimento Airbnb

Air BnB

Chi non conosce Airbnb, il famoso portale che permette a chiunque di “vendere” per una o più notti la propria abitazione in cambio di un corrispettivo economico?

Nato nel 2008 a San Francisco, da un’intuizione geniale di Nathan Blecharczyk, Brian Chesky (oggi CEO della società) e Joe Gebbia, Airbnb è un vero e proprio bazar online di stanze, appartamenti, ville, castelli: una vetrina virtuale con forte componente social che in pochi anni ha letteralmente rivoluzionato il modo di viaggiare. Non per niente oggi è considerato il principale concorrente di siti come Booking e Trivago, che vendono stanze d’albergo “tradizionali”.

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