La difficoltà di riconoscere (e ammettere) i fallimenti

RIP Startup

In questi 8 mesi di vita del blog ho analizzato circa  2 mila società partite con le migliori intenzioni che non ce l’hanno fatta. In Italia e nel resto del mondo.

Oggi vorrei condividere alcune evidente, in particolare:

a) è molto difficile individuare le società che sono effettivamente morte, soprattutto in Italia. Molte società sono infatti ormai fallite ma continuano a sopravvivere (in questo la presenza di un sito internet aiuta) e a rimanere nella cosiddetta “zona grigia”, magari con gli imprenditori che ci dedicano ancora qualche ora della loro settimana sperando in un colpo di fortuna che non arriverà mai.
I venture capitalist, i business angels (esistono veramente in Italia) e i vari incubatori non fanno volentieri l’elenco delle società in cui hanno investito che non ce l’hanno fatta, soprattutto in Italia (ma non solo).

b) questo porta al secondo problema, la cultura del successo illumina e porta attenzione solo a chi ce la fa, alle società che hanno grandi finanziamenti e poi riescono ad avere  exit importanti. Sicuramente imparare dai successi aiuta, ma individiuare gli errori (peraltro molto comuni) commessi da chi non ce la fa è altrettanto utile.

c) Continuo a ribadire un concetto su questo blog. Non si deve creare una startup con l’obiettivo di diventare ricchi. Bisogna creare una startup con l’obiettivo di portare valore, di creare ricchezza. Di fare la differenza. Di cambiare il mondo. Partire con l’obiettivo di diventare ricchi non porta lontano. Ne avevo già parlato in uno dei primi articoli di questo blog.

d) Tra le statistiche più interessanti trovate on line c’è quella riguardante la mortalità delle società tra il 2010 e il 2013 negli USA suddiviso per settore industriale di riferimento. In particolare: oltre il 70% delle società fallite sono internet company.

Mortalità delle aziende 2010-2013

 

e) Spesso critico gli imprenditori alla ricerca dell’ennesimo social di successo. Beh, questa analisi fa capire il perché: da 4 anni a questa parte le internet startup al primo posto come numero di insuccessi sono proprio quelle che cercano di emulare Facebook e MySpace.

Mortalità delle startup per segmento

 

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