Non è bello fallire e non si diventa più sexy quando succede

Meglio non fallire

In questi anni va molto di moda scrivere che il fallimento è salutare, che è molto utile fallire, che solo in questo modo si diventa più sexy per gli investitori.

“Fail fast and restart”,  “se non fallisci gli investitori americani nemmeno ti guardano” “meglio fallire che avere successo soprattutto all’inizio”.

Palle. Enormi palle.

Ma chi scrive queste cose veramente pensa, ad esempio, che è meglio investire 100 mila euro su una nuova idea di un imprenditore che ha appena chiuso la sua startup rispetto a chi ha, ad esempio, appena avuto successo vendendo la sua azienda? Un investitore preferisce di gran lunga affidare i propri soldi a chi ha un track record di successi, a chi è riuscito ad evitarli i fallimenti.

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Il 75% delle società finanziate da Venture Capital fallisce

Venture Capital

“Ho avuto successo, sono stato finanziato da un VC americano”
“Abbiamo fatto un grande pitch e abbiamo ottenuto 350mila euro da un VC israeliano”
“Siamo al secondo round, crediamo di riuscire a raggiungere altri 500mila euro di finanziamenti da VC italiani ed europei”

Alzi la mano chi non legge/sente ogni giorno grida trionfali circa il raggiungimento del successo sotto forma di finanziamenti ottenuti da VC. Ma è indicatore di sicuro successo ottenere finanziamenti?

La riposta era già abbastanza ovvia ma anche la statistica ora viene in soccorso.

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I fallimenti dietro ai grandi successi di Carolina Kostner

Una delle cadute di Carolina Kostner alle Olimpiadi di Torino 2006

“Per anni ho scalato una montagna e ogni volta che mi sono avvicinata alla vetta, la stessa si allontanava. Però mentre ero in pista qui a Sochi per la seconda manche ero tranquilla: sapevo che stavo facendo gli ultimi passi per raggiungere la cima.

E ora che sono arrivata, fatemi godere il panorama”.

Una delle storie più belle che meglio rappresentano sia lo spirito olimpico sia il tema di questo blog è la storia di Carolina Kostner, la nostra bravissima pattinatrice, fresca vincitrice di una bellissima medaglia di bronzo alle Olimpiadi Invernali di Sochi.

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E se lasciare fosse la scelta migliore? La crescita di Swaroop dopo IonLab

IonLab

IonLab è una startup indiana che realizza applicazioni e gadget legati al mondo del web e dell’elettronica. Uso il presente perché l’azienda in questione è tutt’ora funzionante e attiva, anche se non ha grandi aspettative e i risultati che sta ottenendo sono, per usare un termine scolastico, appena sufficiente.

Buon per loro, comunque, che sono ancora vivi. Ma perché ne parlo nel mio blog? In realtà la lezione questa volta la possiamo imparare da Swaroop C H, uno dei fondatori di questa startup, che ha deciso nel 2009 di abbandonare la sua stessa creatura.

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La fine dei taxi (2). Oltre a UBER, il fenomeno CAR SHARING

Car2Go

Qualche mese fa vi avevo raccontato il fenomeno di UBER (in questi giorni in Francia hanno deciso che tra la chiamata e l’utilizzo del servizio devono passare almeno 15 minuti.. sigh), evidenziando in particolare come avrebbe potuto mettere fine al dominio del taxi, un settore fatto di equilibri particolari e precari. Tutti ricordano, ad esempio, che chiunque abbia provato a liberalizzarlo (l’ultimo fu Bersani nel 2007) ha ottenuto come unico risultato uno sciopero selvaggio di intere settimane.

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H2Mob: ottimo social italiano semplicemente scomparso

h2mob

Nei miei articoli precedenti ho sempre e solo parlato di startup che con l’Italia avevano poco o nulla a che fare.

Tanti giornalisti e tanti addetti ai lavori mi hanno chiesto il motivo.

Beh, il fenomeno startup in Italia si può dire si sia realmente sviluppato solo negli ultimi 3-4 anni, con un boom negli ultimi 2: troppo pochi per capire se poi effettivamente una startup sia ormai alla frutta o abbia ancora speranza di farcela.

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