170 milioni $ buttati: Quirky, una delle mie startup preferite

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Quirky è stata la startup a cui mi ero più affezionato: un modello dove era la community che suggeriva un’idea di prodotto e la stessa community sceglieva quale, tra le migliaia di proposte, valeva la pena produrre. E tutti partecipavano ai ricavi del prodotto commercializzato, in quota parte al contributo dato.

Modello di funzionamento di Quirky

Bello vero?

Un’idea che veniva portata ad esempio come  nuovo modello di business innovativo e assolutamente creativo. Ricordo che anche sui banchi di Singularity University avevo avuto piacere di scoprire come veniva esaltato il modello, accanto ai casi di Airbnb e Uber.

Online alla voce “modello di business Quirky” troverete decine di paper accademici che evidenziavano entuasiasti il funzionamento.

Ero così esaltato dall’idea che assieme ad alcuni amici abbiamo provato a replicare il modello sul mercato italiano, ma con un’iniziativa durata pochi mesi. Ma questa è un’altra storia che riguarda i miei (numerosi) fallimenti.

Chiamata anche la community degli inventori, o la democratizzazione delle invenzioni, Quirky (nata nel 2009) si basava quindi sul concetto di fondo che un gruppo di persone con caratteristiche e opinioni diverse, prendono decisioni migliori rispetto ad un piccolo gruppo di esperti…… che il suffragio universale come sistema democratico abbia qualche problema sembra evidente malgrado alcuni libri sostengano il contrario.

Fu il primo modello (per quanto ne so io) di remunerazione degli influencer nella piattaforma.

Quirky influencer

Quirky aveva tutto quello che poteva sembrare necessario per funzionare al meglio.

– CEO e founder  (Ben Kaufman) con grande visione ed esperienza alle spalle (aveva già creato Mophie e Kluster).

– Modello disrtuptive sull’inventare un prodotto (le startup precedenti che ci avevano provato erano/sono meno d’impatto, ad esempio InventHelp).

– Investitori straordinari, tra tutti: Andreessen Horowitz, Kleiner Perkins, RRE Ventures, Lowercase Capital e GE, che hanno portato oltre 170 milioni di USD nelle casse dell’azienda.

– Consiglio di Amministrazione realmente unico e di grande esperienza : Mary Meeker, Beth Comstock, Jim Robinson, Josh Goldman, John Maeda, Scott Weiss, and Carl Bass.

– Una community realmente engaged (superiore al milione di utenti) molto attiva che amava Quirky

– Un team di lavoro eccezionale: ingegneri, designer, manufacturing, marketing. Tutti professionisti di altissimo livello.

Ricapitolando…. tutto perfetto no?

E allora, cosa è andato purtroppo storto? O semplicemente, cosa non è andato per il verso giusto tanto da portare l’azienda al fallimento?

Ovviamente è facile farlo col senno di poi, ma di seguito l’opinione che mi sono fatto sulle cause di fallimento dopo aver seguito l’azienda per molti anni e aver letto molte cose.

a) TROPPO

Tutto bello ma Quirky non voleva produrre  1 o 2 prodotti all’anno, come fanno tutte le azienda manufacturing. No, la visione era quella di produrne 20-30-50.  Assurdo.

Provate a pensare: studiare migliaia di idee, selezionare le migliori, produrle, realizzare  campagne di marketing (il prodotto quando arrivava era bellissimo, con uno story telling straordinario attorno al prodotto), pensare alla distribuzione, al post sale, al servizio clienti, alle economie di scala e di scopo…

Un’azienda cerca sempre, un prodotto alla volta, l’ottimale product/market fit, la base di ogni startup. Come se la Apple avesse deciso di costruire l’iPhone, e subito dopo l’Apple Watch.

Invece no, Quirky non produceva un prodotto per poi migliorarlo nelle versioni successive. Quirky volev produrre un prodotto e poi passare immediatamente al successivo.

Alcuni dei prodotti creati li possiamo vedere nella foto che segue.

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2) FOCUS

Mancanza di un “premium” sulla product line di Quirky. Per quale motivo un consumatore avrebbe potuto pagare di più per un prodotto Quirky, quando mancava un brand di prodotto ed esisteva essenzialmente solo l’idea di una democratizzazione delle invenzioni?

Pensiamo alla differenza tra Quirky e un’azienda prodotto come GoPro.

Nel primo caso, evidente come mancasse una linea di prodotto chiara e lineare. Nel secondo caso, GoPro è riuscito a creare un brand aspirazionale attorno alla telecamera per sportivi. L’ immagine che segue è esplicativa del mio pensiero.

La linea di prodotto di Quirky sembra “schizofrenica” rispetto ad un brand come GoPro

E a mio avviso la giustificazione che il brand Quirky fosse costruito attorno alle persone che costruiscono il prodotto non è sufficiente a creare un vantaggio competitivo su un busines sostenibile.

Un consumatore compra il prodotto che gli da la più elevata esperienza assieme a un maggiore valore di utilizzo (è lo stesso motivo per cui suggerisco sempre alle organizzazioni No Profit quando distribuiscono prodotti creati da carcerati o ragazze madri di non pubblicizzare la provenienza ma solo la qualità del prodotto).

Quirky was competing on all levels with all brands in every product category. This is a losing strategy for any startup.

3 – TROPPI SOLDI RACCOLTI ?

Se Quirky avesse raccolto meno soldi e a valle di questo si fosse di conseguenza focalizzata su meno prodotti… sarebbero andate diversamente le cose?

Certo, il venture capital ragiona con logiche diverse (correre subito e tanto) ma senza un business model valido, sicuri sia la scelta giusta?

4 – DISTRIBUZIONE

Inizialmente i prodotti di Quirky erano distribuiti sono on line. Solo successivamente iniziò una distribuzione fisica, peraltro molto dispendiosa.
La mancanza di brand di prodotto costringeva ad avere infatti spazi dedicati alla “categoria” Quirky, con notevole dispendio di denaro e di difficoltà comunicativa con i consumatori.

Retail di Quirky

5 – ERRATA STRATEGIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE

Avevano provato anche una strategia di internazionalizzazione, cercando di entrare in Francia. Qui, malgrado un accordo con Auchan, non riuscirono ad avere una presenza significativa. Anche qui: se il tuo prodotto è di design, perché cercare un accordo con una catena food?

 

Un fallimento annunciato questo purtroppo. Dispiace, dispiace ma forse l’idea di fondo è utopistica. Un esperimento di qualche anno fa dimostrò che quando viene chiesto a un gruppo eterogeneo di persone di disegnare la macchina dei sogni, il risultato è…. impraticabile da un punto di vista pratico ed economico. Non ricordo chi fece l’esperimento, ma lo imparai all’Università  nel lontano 1998. Possibile che nessuno abbia imparato la lezione?

Lascio con uno dei prodotti lanciati da Quirky, che molto dice senza parlare.

Quirky scopettino e paletta

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