Il tuo co-founder? O è il tuo asset o il tuo tallone d’achille

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Ho creato una decina di aziende nella mia vita. Di una si è parlato molto quando ad aprile di quest’anno l‘ho venduta ai miei concorrenti irlandesi.

Come business angel sono abbastanza attivo.

Per StartupOver ho studiato, intervistato, parlato con centinaia di imprenditori. Raccogliendo sia casi di successo sia  (tanti) casi di insuccesso.

E’ sapete qual è l’arma segreta che è (ed è stata) straordinariamente vera per me e lo considero un elemento di forza per una startup in qualunque fase della sua vita?

Il team, la squadra iniziale. Leggasi i soci, i co-founder. Attenzione, non voglio parlare delle hard skills delle persone e del mix di competenze, ho già parlato altrove di questo.

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Il Web Summit, le startup e gli ormoni

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Riflessioni in libertà.

Mi sto preparando per andare (da domani) al Web Summit di Lisbona e mi trovo a fare alcune riflessioni su tutto lo show business legato al mondo delle startup italiano (quello che conosco meglio).

Il titolo è abbastanza esplicativo: è per me sempre più difficile trovare le migliori idee, le migliori persone, le migliori startup, nelle quali investire, a causa dell’enorme quantità di fumo attorno all’arrosto (buonissimo) che abbiamo nel nostro paese.

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Il segreto per il successo di una startup?

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Tra le migliaia di fallimenti che ho studiato in questi anni,  qual’è stata la tipologia di startup che non ho mai visto fallire?

Quella che produce un prodotto / servizio 10 volte meglio della concorrenza, o ad un costo 10 volte più basso, o con 10x di add-on, o con un team che è 10 volte migliore della concorrenza.

Questa regola l’ho poi fatta mia completamente quando a maggio sono stato all’Executive Program della Singularity University, dove il tema 10x è esploso all’ennesima potenza.

Volete essere sicuri di avere tra le mani la startup che “riuscirà”? Bene, chiedetevi se ha il fattore 10x.

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Super valutazioni di una startup in fase di seed: è uno dei problemi?

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Sempre più in questi anni leggo di e (qualche volta) investo in startup la cui valutazione già a 2-3 mesi dal lancio è di 1,  2 o più miliori di euro.

Addirittura da parte di chi non ha track record alle spalle, o curriculum che facciano ben sperare.

E non sto parlando ovviamente di società ad elevato contenuto tecnologico/robotica, magari coperta da brevetti. No, mi riferisco alle centinaia e centinaia di iniziative che spuntano come funghi in Italia da parte di neo imprenditori che, a furia di leggere centinaia di articoli su quanto sia bello fare la startup e credo anche ispirati dal mito dell’Eldorato (leggasi EXIT MILIONARIA) sono indatti a credere e credono che start-app = startup = impresa.

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