Lightsquared, ovvero come dare fondo a 265 milioni di dollari senza risultati

LightSquared

È più importante il segnale GPS oppure Internet su tablet ed IPhone? Rispondendo correttamente a questa domanda capirete perché la startup LightSquared ed il suo proposito di realizzare una rete wireless 4G ad alta velocità siano falliti nel 2012.

L’avventura di questa azienda americana con base in Virginia ha avuto inizio nel 1988, con la American Mobile Satellite Corporation, trasformatasi, tra un’acquisizione e l’altra, prima in Mobile Satellite Ventures, poi in SkyTerra e, infine, nel 2010, in LightSquared.

La mente dietro quest’ultima evoluzione è quella di Philip Falcone, fondatore e chief executive di Harbinger Capital Partners. L’intuizione di partenza non fa una piega: Falcone aveva previsto l’esplosione della domanda di connettività su banda larga mobile generata dai nuovi device. Chi ha un tablet o uno Smartphone, infatti, vuole ovunque Internet veloce. LightSquared era nata per rispondere a questa crescente richiesta e, per non lasciare nulla al caso, Falcone l’aveva affidata a Sanjiv Ahuja, già Ceo di Orange Group. Grazie all’aiuto di questo esperto del settore, l’obiettivo di diventare grossista di connettività per altri operatori locali, sfruttando satelliti e trasmissioni radio di quarta generazione, garantendo una velocità fino a 1 GBit per secondo, sembrava davvero vicinissimo.

I due erano partiti con grande entusiasmo. “La domanda di broadband wireless cresce a passi da gigante” affermava Falcone “E c’è bisogno di sempre maggiore capacità e copertura di rete. LightSquared contribuirà anche alla crescita economica americana”. “Determineremo un vero cambiamento per consumatori, operatori, service provider” continuava Ahuja “La nostra rete offrirà una connessione veloce e affidabile a Internet, ovunque ci si trovi, e porterà gli Stati Uniti a essere leader nella tecnologia del wireless broadband”.

Dopo un paio d’anni di studi, progetti ed esperimenti, però, la pressione dei creditori, che non sembravano disposti a concedere una proroga per ripianare i debiti, ha portato Falcone a chiedere, il 14 maggio 2012, l’amministrazione controllata.

Grandi progetti, dunque, che hanno dato vita, nonostante le ottime premesse, ad un altrettanto grande buco nell’acqua! La storia si ripete ancora. Perché, vi starete chiedendo, visto che, almeno in questo caso, la startup nasceva da un bisogno reale, si sarebbe inserita in un mercato in forte crescita e poteva disporre di ben 265 milioni di dollari in finanziamenti?

Il problema più evidente è stato, senza dubbio, un’incomprensione tra LightSquared e la FCC, Federal Communications Commission, che nel 2011 aveva approvato il progetto concedendo a Falcone & soci le frequenze. A febbraio 2012, però, la stessa FCC aveva fatto marcia indietro in seguito ai dubbi avanzati dalla NTIA (National Telecommunications and Information Administration), secondo cui “la rete proposta da LightSquared potrebbe creare un conflitto con i servizi GPS civili e militari”.

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Se si scava più a fondo, però, risulta evidente che un team di esperti come quello impiegato da LightSquared avrebbe dovuto prevedere questo tipo di problema e adoperarsi per aggirarlo, prima di dare fondo agli astronomici finanziamenti dei quali disponeva.

Il futuro di LightSquared è ancora incerto. L’inizio del 2014 ha visto, infatti, il provider di TV satellite Dish Network ritirare la propria offerta di 2,2 bilioni di dollari per acquisire LightSquared, dopo il disappunto manifestato da Falcone che non aveva ritenuto sufficiente la somma di denaro proposta.

Che dire? Umiltà, competenze e skills più specifici avrebbero, forse, potuto salvare questa startup, rivoluzionando il mondo della connettività e decretando un diverso vincitore nella battaglia tra GPS e cellulari.

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