I miei contenuti li potete trovare su andreadusi.it
Grazie per avermi seguito, dal 2013 al 2016 è stato un bel viaggio insieme!
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Grazie per avermi seguito, dal 2013 al 2016 è stato un bel viaggio insieme!
Nel 2013 scrissi un articolo sul mio blog dal titolo “Facebook fallirà entro 3 anni” dove indicavo la necessità per Facebook di cambiare in modo drastico per evitare il fallimento.
Sbagliavo, di molto.
Vedevo delle criticità importanti, in particolare.
1) Tema Privacy
In estrema sintesi si può affermare che la fonte principale di guadagno per Facebook sia la gestione della privacy: grande profilazione dei propri utenti a disposizione delle aziende che così targetizzano i propri potenziali clienti. Credevo che sarebbe arrivato il punto in cui le aziende volessero gestire in modo più trasparente queste informazioni e non volessero “approfittarsi” dei like sui post e sulle foto dei propri consumatori, per carpirne i gusti e gli interessi.
Ritenevo, e in parte lo penso ancora, infatti che il sistema di ADs di FB funzioni così bene (oggi anche meglio che 3 anni fa) che col giusto messaggio è possibile persuadere le persone a fare molte cose, proprio perché certi messaggi possono essere creati conoscendo a fondo il destinatario. E quindi sfruttare l’ingenuità (e l’ignoranza) delle persone è un abuso.
Ho creato una decina di aziende nella mia vita. Di una si è parlato molto quando ad aprile di quest’anno l‘ho venduta ai miei concorrenti irlandesi.
Come business angel sono abbastanza attivo.
Per StartupOver ho studiato, intervistato, parlato con centinaia di imprenditori. Raccogliendo sia casi di successo sia (tanti) casi di insuccesso.
E’ sapete qual è l’arma segreta che è (ed è stata) straordinariamente vera per me e lo considero un elemento di forza per una startup in qualunque fase della sua vita?
Il team, la squadra iniziale. Leggasi i soci, i co-founder. Attenzione, non voglio parlare delle hard skills delle persone e del mix di competenze, ho già parlato altrove di questo.
Da anni si leggono articoli dal titolo “Come trattenere le migliori risorse”, “10 cose che odiate del vostro capo”, “I 10 errori capitali del vostro boss” e così via. Uno molto simpatico letto recentemente citava: “10 modi per uccidere il vostro capo”.
Anche stamattina, “Why good employees quit”!
Riflessioni in libertà.
Mi sto preparando per andare (da domani) al Web Summit di Lisbona e mi trovo a fare alcune riflessioni su tutto lo show business legato al mondo delle startup italiano (quello che conosco meglio).
Il titolo è abbastanza esplicativo: è per me sempre più difficile trovare le migliori idee, le migliori persone, le migliori startup, nelle quali investire, a causa dell’enorme quantità di fumo attorno all’arrosto (buonissimo) che abbiamo nel nostro paese.
Tra le migliaia di fallimenti che ho studiato in questi anni, qual’è stata la tipologia di startup che non ho mai visto fallire?
Quella che produce un prodotto / servizio 10 volte meglio della concorrenza, o ad un costo 10 volte più basso, o con 10x di add-on, o con un team che è 10 volte migliore della concorrenza.
Questa regola l’ho poi fatta mia completamente quando a maggio sono stato all’Executive Program della Singularity University, dove il tema 10x è esploso all’ennesima potenza.
Volete essere sicuri di avere tra le mani la startup che “riuscirà”? Bene, chiedetevi se ha il fattore 10x.
Sempre più in questi anni leggo di e (qualche volta) investo in startup la cui valutazione già a 2-3 mesi dal lancio è di 1, 2 o più miliori di euro.
Addirittura da parte di chi non ha track record alle spalle, o curriculum che facciano ben sperare.
E non sto parlando ovviamente di società ad elevato contenuto tecnologico/robotica, magari coperta da brevetti. No, mi riferisco alle centinaia e centinaia di iniziative che spuntano come funghi in Italia da parte di neo imprenditori che, a furia di leggere centinaia di articoli su quanto sia bello fare la startup e credo anche ispirati dal mito dell’Eldorato (leggasi EXIT MILIONARIA) sono indatti a credere e credono che start-app = startup = impresa.