È di poco tempo fa la notizia della chiusura di Wantful: la startup americana creata nel 2011 dal designer e imprenditore John Poisson, che si proponeva l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il mondo dell’e-commerce e della regalistica.
Ma che ha finito la sua corsa ancora sconosciuta ai più.
Grazie ad un sistema di navigazione innovativo, l’azienda con base a San Francisco e New York riusciva a consigliare ai propri navigatori il regalo più adatto da fare, analizzando informazioni, sesso, gusti e preferenze, di chi avrebbe ricevuto il presente.
E-commerce emozionale dunque: con oltre 600 venditori che garantivano prodotti esclusivi e di qualità.
Un progetto sulla carta vincente, confermato anche dagli investitori di alto profilo che avevano scommesso su questa startup. Polaris Venture Partners, Harrison Metal, Greylock, Forerunner, sono solo alcuni dei fondi che avevano creduto in Wantful. Permettendo alla stessa di raccogliere in poco tempo oltre 5,5 milioni di dollari.
L’accoglienza più che positiva sul mercato, l’introduzione di un’applicazione per iPad e una rivista cartacea con articoli e foto di alta qualità (con le storie dei prodotti e dei rivenditori), sembravano confermare le premesse più rosee. Al punto che Wantful ha iniziato a spostarsi dal settore regali e a muoversi verso un e-commerce ancora più personalizzato: oltre a trovare idee e oggetti per amici e parenti, gli utenti potevano, infatti, cercare anche articoli per se stessi. Una mossa che ha posto la startup di fronte a una serie di validi concorrenti come Wanelo, Wish, Fancy, Svpply’s Want, Polyvore. Amazon.
Com’è possibile, quindi, che una società con un prodotto originale, operante in un mercato in crescita a due cifre come quello dell’e-commerce, con diversi milioni di finanziamento alle spalle e un bacino di clienti già vasto, possa fallire?
La motivazioni la svela sul suo blog l’ormai ex amministratore delegato John Poisson.
“Non essere riusciti ad assicurarsi investimenti continui nel tempo”.
“A causa sia delle circostanze sia della realizzazione – spiega nel suo ultimo intervento – abbiamo avuto una crescita molto accelerata, ma non sufficiente ad ottenere investimenti e capitale di rischio a lungo termine. Nonostante il continuo entusiasmo intorno a ciò che stavamo creando, non avevamo la curva di crescita pari a quella di una società di serie A”.
Per questo motivo partner strategici come Nordstromt, che avrebbero dovuto garantire supporto e capitale, si sono tirati indietro. Impedendo di fatto a Wantful di riuscire a reagire e a sopravvivere. Di lì a breve la chiusura è stata inevitabile.
Cosa ci insegna questa storia? Che se al giorno d’oggi è relativamente facile, con una buona idea, iniziare un’attività di e-commerce e ottenere un finanziamento, la cosa davvero difficile è scalare fino in cima la montagna. Pianificare con attenzione ogni aspetto e tempistica, in modo da ottenere una giusta curva di crescita che possa attrarre capitali, è necessario e fondamentale. Cash is king, in ogni fase di vita dell’azienda,keep in mind!
Altrimenti si rischia di ritrovarsi con una pagina web nella quale campeggia un triste, laconico, messaggio: “Sorry, we are closed”.
Urca…